Ieri stavo montando uno dei miei video e tra i taglia e incolla, tra le ricerche nel pc è sbucata fuori una cartella dal nome “Video Oscar”. Non ricordavo quella cartella, così incuriosita l’ho aperta. Dentro c’erano una cinquantina di brevi video fatti quando Oscar, mio figlio, era piccino dai pochi mesi fino ai 5/6 anni. Ho iniziato a guardarli, pochi secondi, e mi è servito un pacchetto intero di fazzoletti per asciugare le lacrime che sgorgavano...Lacrime di amore e gratitudine per tutto quello che abbiamo vissuto, le tante difficoltà superate, la forza che abbiamo trovato anche quando eravamo a terra. Lacrime di gioia per ciò che abbiamo costruito mettendoci ogni volta in gioco.
Sembra così strano tornare indietro nel tempo e rivedere attimi di quotidianità vissuti. Oscar compirà 14 anni questo venerdì ed è un ragazzo alto 1,90 sorridente e positivo, maturo e responsabile. Un ragazzo che sa guardare dentro le persone, che sa mettersi in gioco. Ovviamente è mio figlio, quindi come ogni mamma vedo tutti i suoi lati positivi. Oggi ci piace confrontarci e parlare tra noi in famiglia e questo è davvero un bene inestimabile, abitudini che abbiamo costruito giorno dopo giorno mettendoci in discussione.
Tornando indietro nel tempo, riguardando quei video, mi sono resa conto del cammino che abbiamo fatto come famiglia e come individui.
Quando si diventa genitori nessuno ti insegna qual’è la cosa giusta o sbagliata. Tutti ti danno consigli, ti dicono cosa fare e tu vai in crisi. Ricordo ancora il primo impatto quando sono tornata a casa dopo aver partorito...e adesso? Cosa faccio? Cosa facciamo? Il bagnetto quando glielo facciamo? Ogni quanto deve mangiare? e se gli viene fame prima… cosa faccio? e quando piange?
Tantissime domande alle quali ognuno ti dice cosa fare.
Notti svegli alle 3 e 4 di notte a cullarlo, a cantargli ninne nanne, ad allattarlo. Si è stanchissimi, ma non puoi riposarti perché tuo figlio ha bisogno di te. Lui dipende in tutto e per tutto da te.
Oggi mi sembra impossibile aver fatto tutto quello che abbiamo fatto. I figli ti permettono, se sai cogliere l’opportunità, di crescere come essere umano, come coppia, di andare oltre i tuoi limiti. Fa parte della nostra natura credo. Trovi una forza che non sai nemmeno di avere e che ti fa superare tutte le difficoltà.
Così anche se vorresti dormire, vorresti riposare, sistemare casa, e altre mille cose capisci che ci sono altre priorità, capisci che i vecchi schemi non possono più funzionare e inizi a lasciar andare cose che prima ritenevi importanti e riscrivi la tua vita con tutte le tue insicurezze, con la paura di sbagliare.
Ci sono cadute, riprese, momenti di sconforto, ma continui ad avere fiducia, impari a mettere da parte l’ego e ti rialzi perché è l’amore che ti guida.
Il tuo pensiero comincia a cambiare, tu inizi a cambiare.
Se fai così lo vizi! Ai bambini non bisogna dare troppo perché diventano capricciosi, poi fanno quello che vogliono!
Non abituatelo in camera con voi, poi non andrà più nella sua stanza!
Ora sorrido, ma allora tutte queste affermazioni mi mettevano in crisi: e se sbaglio? e se avessero ragione? Quanto tempo abbiamo passato io e mio marito a confrontarci, a volte anche animatamente, ma ogni volta trovavamo un punto di incontro, cercavamo di andare oltre l’apparenza.
Quello che io penso è che un figlio non si vizia per troppo amore, per il tempo che trascorri con lui, l’amore rinforza, gli dà la sicurezza e la fiducia che lo accompagnerà per tutta la vita.
Ho trovato anche un video in cui siamo alle prese con le prime pappe e gli lascio toccare il cibo, pasticciare e dico a mio marito che invece provava ribrezzo: così imparerà a conoscere, ad apprezzare le consistenze, a sperimentare.
Allora non sapevo ancora che sarei diventata Cuocadè, che avrei sperimentato la cucina con migliaia di bambini, non sapevo ancora che mio figlio si sarebbe appassionato alla cucina e che avrebbe scelto di fare l’alberghiero. Per questo oggi nel mio lavoro dò fiducia ai bambini, li faccio sperimentare perché è attraverso l’esperienza che possono imparare a conoscere e a conoscersi.
In un video io e mio marito ci diamo il turno a cullarlo in braccio. A quel tempo ricordo ancora che andava di moda il metodo Estevill per far addormentare i bambini, per fortuna non l’ho mai applicato. Nella mia sete di conoscenza, in quel periodo, ho letto centinaia di libri di educazione empatica, del metodo Montessori, ecc che mi hanno aperto la mente, mi hanno fatto mettere in ascolto così lui dormiva beato e sereno tutta la notte in camera nostra. Mi sono resa conto che istintivamente sappiamo quale è la cosa giusta, basta mettersi in ascolto, infatti, ormai da diversi anni dorme tranquillo nella sua camera ed è stato un passaggio graduale senza alcun trauma o pianto.
Oggi siamo molto incentrati verso una cultura della solitudine, ma dobbiamo ricordarci che abbiamo sempre la possibilità di metterci in ascolto e cambiare perché possiamo scegliere come comportarci, come affrontare le situazioni.
Ogni giorno scriviamo la nostra storia con le nostre scelte e le nostre esperienze. A volte ci lasciamo condizionare e allora entriamo in conflitto con la parte più autentica e saggia di noi stessi e diventiamo insicuri. A volte ci perdiamo, ma dobbiamo avere fiducia e non lasciarci abbattere perché il domani si costruisce vivendo ogni giorno nel migliore dei modi.
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